Per ascoltare Barack Obama mercoledì prossimo a Berlino, alla Mercedes Benz Arena, 17mila posti quasi esauriti, i fans dell’ex presidente hanno dovuto pagare tra i 61,10 e i 550 euro. Costa meno cenare al ristorante italiano Ponte a Schöneberg dove la Merkel e il marito Joachim Sauer hanno invitato Barack. La Berliner Zeitung ha scritto che il ristoratore rispetta il segreto professionale e non rivela cosa abbia servito agli ospiti, certamente non polpette, aggiunge con orgoglio. Sono la pietanza preferita di Barack, e le gustò in una precedente visita a Berlino, nel 2013, quando era ancora l’uomo più potente al mondo, insieme con purè di patate, al ristorante del Castello di Charlottenburg.
Il quotidiano ha compilato una guida dei locali che hanno ricevuto i potenti del mondo. I turisti italiani ritornano a primavera nella metropoli, e forse qualcuno vorrà dimenticare gli spaghetti persedersi alla tavola di Sarkozy o di Putin. Perché no? Anch’io sono vittima del feticismo ma letterario, ho voluto dormire nella stanza di Marcel Proust, la 414, al Grand Hotel di Cabourg in Normandia, e a Vienna vado nei caffè dove sedevano Joseph Roth o Arthur Schnitzler.
Gerhard Schröder offrì all’amico Putin, alla Cancelleria, caffè e frutta fresca, ma nel 2010, quando non era più Cancelliere, lo condusse a cena al Restaurant des Artistes, aperto da un russo a Schöneberg. I due amici ordinarono ostriche come antipasto, poi fegato d’anatra accompagnato da vino rosso. Altri tempi. Il tribunale giovedì ha respinto l’appello di Schröder per riavere come ex il suo ufficio e i collaboratori a spese dello Stato. Non lo merita perché non ripudia Putin.
Al Gugelhof a Prenzlauer Berg, nell’ex settore orientale, chi lo fa per tempo può ottenere il Tisch 17, il tavolo che ospitò Schröder, Joschka Fischer, Bill Clinton e la ministra degli esteri Madeleine Albright nel 2014. L’ex presidente americano ordinò uno strudel con crauti e contorno di asparagi, un piatto di affettati misti, e come dessert noci con lamponi.
Nel 2002, Schröder invitò George Bush al Tucher nella Pariserplatz. Gerhard gustò un Currywurst con patatine, la salsiccia piccante che arriva a mille calorie, di cui era goloso. All’ospite fu servito un eisbein, il cosciotto di maiale. Un menù per uomini forti.
Nel 2016, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, protetto da decine di agenti, e uomini dei servizi segreti, andó a cena al Solar nella Stresemannstrasse a Kreuzberg. La sua visita aveva provocato manifestazioni di protesta da parte dei musulmani residenti nella capitale. Ordinò una Wiener Schnitzel, la specialità del locale, ma ne lasciò metà sul piatto. È un uomo parco, al contrario di Nicolas Sarkozy. Il presidente francese nel 2009 andò da Borchardt e gustò una Wiener Schnitzel con asparagi. Ma la cotoletta era troppo piccola e ne ordinò subito dopo un’altra senza contorno. «È troppo buona», si giustificò.
Borchardt, nella Französischer Strasse, è giustamente rinomato per le sue Wiener, ma non sono le migliori della capitale. Nonostante gli sforzi, i tedeschi non riescono a imitare le cotolette panate, neanche quelle milanesi. Conosco altri due locali dove si avvicinano all’originale viennese, ci porto i miei amici quando arrivano dall’Italia, ma non rivelo dove. Meglio che non vengano scoperti dai turisti. L’eccesso di successo è una rovina per i ristoranti.
Fa eccezione il Bocca di Bacco, nella Friedrichstrasse, del toscano Alessandro Mannozzi. Ci vanno Schröder, Joschka Fischer, e l’ex ministro degli Interni Otto Schily, che erano membri della Toskana Franktion, il club ristretto di chi apprezzava la vita all’italiana, il cibo e il vino, di cui facevano parte politici di tutti i partiti. Ma vengono ospitati in una sala riservata. Quando nel 2003, scoppiò la crisi tra noi e loro, per colpa del sottosegretario al turismo Stefano Stefani che accusò i turisti tedeschi di essere chiassosi e volgari, Gerhard Schröder fu costretto a annullare le vacanze nelle Marche, costringendo moglie e figlioletta a trascorrere l’estate ad Hannover. Ma in segreto andava a gustare gli spaghetti al Bocca di Bacco. La cucina è una cosa seria in politica.
Roberto Giardina – Italia Oggi, 06/05/23 – I ristoranti scelti dai politici
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